
Quello che si è appena concluso è stato un week ricco di emozioni per la canoa siracusana, impegnata nell’attesa trasferta in quel di Milano dove sulle acque dell’idroscalo si sono assegnati i titoli italiani assoluti della canoa Olimpica sulle distanze dei mt 1000, mt 500 e mt 200.
Migliaia gli atleti in gara provenienti da tutta la nazione. Si va dai campionati italiani di categoria ragazzi (under 14) passando dai Juniores (under 18), dalla categoria Under 23 per finire nella categoria madre ovvero la Senior. La canoa Aretusea ha già da tempo abituato i propri sostenitori a raccogliere grandi successi, sia in ambito nazionale che internazionale, in particolare in un passato molto recente con Irene Burgo e Matteo Torneo.
Passato che diventa presente per l’ennesima volta giorno 06 settembre 2013 dove entrambi gli atleti si riconfermano in vetta alle ranking list nazionali della canoa velocità.
Ma oggi non vogliamo solo narrare di un risultato sportivo, oggi l’intenzione è quella di raccontare passo dopo passo come questi quattro ragazzi hanno costruito quest’ennesimo risultato, ovvero il secondo posto ai campionati italiani assoluti nel k4 mt 1000 ed il conseguente titolo italiano non militare.
Oggi dunque parliamo, rigorosamente in ordine di voga (già i quattro qui davanti cominciano a simpaticamente beccarsi) di: Matteo Torneo - capovoga, Luciano Riggio - seconda voga, Stefano Russo - terza voga, Federico Cannizzo - quarta voga.
Matteo Torneo, classe 1994 fresco di diploma di maturità scientifica, anche quest’anno, come da sempre, si è allenato con la Canoa Club Siracusa, sotto l’occhio attento e meticoloso dall’ormai noto mr Maurizio Burgo. Discorso diverso per Riggio Luciano, Stefano Russo entrambi classe ‘80 e Federico Cannizzo classe ’79 che, dopo un ricco trascorso da agonisti nella sezione canoa della canottieri Siracusa, avevano deciso, quand’era ancora settembre 2012, di deporre le armi (pagaie) e di far diventare la canoa un piacevole passatempo da praticare durante le loro, seppur brevi, pause pranzo.
Infatti così è stato per qualche mese; i primi due Riggio e Russo hanno, con il resto della squadra della categoria master, iniziato col trovarsi tutti i giorni alle 13:30 presso il centro sportivo di contrada Pantanelli con spirito prettamente goliardico. Cannizzo invece, avendo una pausa pranzo ancora più ridotta, s’impegnava in qualche corsetta solitaria serale aggregandosi al resto della squadra durante i week end. Ed è stato proprio durante quei week end che colpo dopo colpo i quattro ragazzi aretusei non sono riusciti a frenare il loro agonismo e la loro voglia di faticare. Quella che doveva essere una semplice passeggiata tra amici si trasformava in un gara continua, una sfida per ogni cosa, come – dicono loro – i più immaturi dei ragazzini (attenzione parliamo di professionisti affermati in ambito lavorativo, ma in acqua…è un’altra cosa).
Poi qualche intoppo, qualche acciacco e quel brutto infortunio di Federico Cannizzo (costretto per un seppur breve periodo sul letto di un ospedale), che sembrava davvero aver dato il colpo di grazia ai tre ormai quasi ex canoisti. Sembrava davvero finita, sembrava, fino a quando il responso finale del medico di Federico Cannizzo esplicitamente dichiarava: cause del malore, stress!
Stress??? Appresa la notizia i tre, convinti che l’unico modo per loro (si, loro, perché dovete sapere che tra loro, se uno si raffredda, starnutiscono tutti) di combattere lo stress era risalire subito in barca e di tirare “fino a star male”, ricominciarono gli allenamenti in maniera più seria.
Si rivolsero subito all’allenatore Maurizio Burgo al quale chiesero di allenarli. Da li a breve la prima uscita regionale: subito successi. Cresce la convinzione che ancora ci sono delle cartucce da sparare, comincia a balenare nella mente di tutti la possibilità di un k4 con Matteo Torneo, quel Matteo reduce da una trasferta di coppa del mondo con la nazionale maggiore, quel Matteo classe 94 che è per loro …il fratellino minore ( ovvero quello che li fa…arrabbiare più di tutti) .
Si continua con gli allenamenti: corsa, pesi, canoa, pagaiaergometro. (intanto arriva la notizia del lieto evento in casa Riggio, che spinge ancora di più lo stesso e gli altri tre a fare meglio)
E’ maggio ormai e la possibilità di mettere su il k4 e di iscriverlo nella gara regina ovvero ai campionati italiani assoluti senior mt 1000 è concreta.
Maurizio Burgo stringe la presa e aumenta sui quattro i carichi di lavoro. Maurizio Burgo, quell’allenatore abituato a parlare poco ma che (a detta dei ragazzi) quelle poche volte che ha pronunciato la frase “ si va a Milano e si va per vincere” è riuscito a suscitare adrenalina, voglia, emozioni e grinta indescrivibile.
E via ancora lavoro: è fine luglio e la prima uscita in campo nazionale è pronta! Si va nelle Marche, sulle acque del lago di Caccamo a gareggiare per il titolo societario sui 500 mt. Ebbene si, a Caccamo è bottino pieno. Si vince e si torna a casa. Si continua a spingere sempre di più. Sono due gli allenamenti al giorno dei quattro ragazzi.
Poi in un attimo eccoci a Milano, è il 06/09/2013…esattamente un anno da quando si era deciso di deporre le armi.
Si parte al mattino con le batterie dei 1000 mt. La barca è nervosa, Torneo, Riggio, Russo e Cannizzo non si riescono ad esprimere per come vorrebbero, per come sanno fare. Concludono in terza posizione la loro batteria, conquistando comunque la finale diretta del pomeriggio senza passare dalle semifinali, con un tempo alto e facendo un’eccessiva fatica alle spalle dei padroni di casa (Idroscalo club) e del Posillipo.
Il mr Burgo rincuora subito i suoi ragazzi, che si affidano a lui. L’allenatore conosce bene cosa sta succedendo in quel momento. Tensione troppo alta, basta un attimo per mandare all’aria una stagione che aspetta solo un lieto fine. Una stagione, un anno di lavoro che si giocano tutto in appena 3 minuti. Un anno di lavoro in tre minuti! E’ lui stesso a chiedere nella finalissima una partenza secca e violenta e poi via tutti all’attacco!
Sono le 17 e ci troviamo ai blocchi di partenza della finale del k4 mt1000. C’è un silenzio surreale, si sente solo il rumore dell’acqua che si infrange sulle pagaie e sulle imbarcazioni e tanti respiri/sospiri ricchi di tensione. Lo speaker chiama uno per uno gli equipaggi e li invita a posizionare le prue delle imbarcazioni dentro i blocchi di partenza. Ci siamo. Canoa Club Siracusa relegato in corsia 2 causa della brutta batteria della mattina.
Speaker: “attenzione prego, VIA!” giù i blocchi e si parte.
Partono splendidamente bene i nostri ragazzi, si nota subito che la barca aretusea si è trasformata. La partenza è di quelle che piacciono al mister, secche violente e lunghe.
Torneo impone subito un ritmo forsennato alla barca. Si transita ai 400 mt, Russo chiama ancora un rinforzo, si progredisce ancora, il canoa Club Siracusa all’attacco delle Fiamme Gialle ( nessuno credeva ai propri occhi, c’è da sapere che l’equipaggio delle fiamme gialle è composto da atleti medagliati alle olimpiadi di Pechino e plurimedagliati mondiali).
I ragazzi non hanno alcun timore reverenziale, alle loro spalle c’è il Posillipo ed il Milano, siamo ai 700 e c’è l’ultimo attacco degli aretusei ai finanzieri che però reagiscono e prendono il margine necessario per chiudere in testa la gara. I nostri atleti sono ormai stremati, mancano 75 mt all’arrivo sembra fatta, ma ecco risalire l’Idroscalo club. Si deve assolutamente cercare una reazione immediata, i nostri ragazzi sembrano ormai destinati a subire l’attacco dei padroni di casa ma all’improvviso accade quello che non ti aspetti. La reazione, giù 20 colpi violenti che rilanciano la barca azzurra e consegnano alla canoa Club Siracusa, nella gara regina, il secondo posto assoluto ed il titolo di Campioni d’Italia nella classifica che non tiene conto dei gruppi militari (fiamme gialle in questo caso) .